Salvare il pianeta un albero per volta.

Federico Garcea
Federico lavora da quando ha sedici anni e ha fatto un po’ di tutto, il gelataio, il mago, il cuoco e l’impiegato. Ma ha anche studiato molto. Ha preso una laurea in Scienze Politiche, poi ha fatto un Erasmus in Spagna e Danimarca, poi un dottorato in Economia (mai terminato) e poi ancora il lavoro. Per un anno ha fatto l’analista finanziario, ma gli è bastato poco tempo per capire che non faceva per lui, così hai lasciato il posto fisso in banca ed è entrato in una Start Up che si occupa di ambiente ed energia. Un giorno scopre il gioco FarmVille su Facebook, dove milioni di persone nel mondo pagano per piantare alberi virtuali. E lì gli viene l’idea che gli cambia la vita. “Se nel mondo ci sono milioni di persone che pagano per piantare un albero virtualmente perché non dovrebbero pagare per piantare un albero vero?”. Ci pensa un po’ e poi nel 2010, insieme al suo socio Tommaso Speroni, fonda Treedom, un progetto unico al mondo che permette a privati e aziende di compensare le emissioni di CO2 adottando alberi da tutto il pianeta. Oggi Treedom è un’azienda, o meglio una B-Corporation, che ha coinvolto 108.079 persone, 514 aziende, 25.000 agricoltori e, soprattutto, ha piantato 425.000 alberi.

 

 

Intervista

Mi racconti la tua storia e cosa ti ha spinto a lasciare il posto fisso per inventarti il lavoro?

Da piccolo quando mi chiedevano che lavoro volevo fare da grande, cambiavo idea ogni giorno. In effetti non avevo le idee molto chiare ed allora ho sempre provato a far tesoro di tutte le esperienze lavorative, anche quelle che potrebbero sembrare più alienanti come friggere patatine in un pub. Ogni volta che pensavo di aver dato (e preso) tutto da un lavoro, andavo a cercarmi una nuova esperienza. Con il tempo ho iniziato a pensare ad un lavoro che oltre al lato economico ed umano, potesse servire a qualcuno o qualcosa. Ed allora cosa ci può essere di più utile che aiutare il nostro pianeta?

 

Qualsiasi azione facciamo ogni giorno, dai vestiti che indossiamo ai cibi che mangiamo, ha un impatto negativo sul pianeta perché produce C02. Sul vostro sito è possibile calcolare quanta C02 produciamo. Per esempio, una notte in un hotel 5 stelle produce 50 Kg, un mese di elettricità 150 Kg, un viaggio in aereo da Milano a New York 920.500 Kg. Sono cifre altissime. Eppure non si ha ancora la consapevolezza del nostro impatto ambientale. Secondo te come è possibile rendere le persone consapevoli delle conseguenze sull’ambiente delle loro azioni quotidiane?

Quando abbiamo fondato Treedom pensavamo proprio a questo. Quanto misurano 1000 kg di CO2? Questa è l’unità di misura classica che viene utilizzata a partire dal protocollo di Kyoto e nel mercato dei crediti di carbonio. I cittadini non percepiscono l’inquinamento in termini di CO2. Ed allora noi abbiamo pensato di puntare sulla forza comunicativa degli alberi, che poi si converte in CO2 sottratta dall’atmosfera. Così possiamo dire che per compensare un volo Milano – New York bisogna piantare 2 alberi. Per la cronaca, 1000 kg di CO2 sono un cubo alto 10 mt.

Ho sempre provato a far tesoro di tutte le esperienze lavorative, anche quelle che potrebbero sembrare più alienanti come friggere patatine in un pub.

Generalmente può essere rischioso fare una società con solo due soci, eppure tu e Tommaso insieme sembrate funzionare benissimo. Vi compensate alle grande. Come fate? Qual è il vostro segreto per crescere ogni giorno insieme e far crescere il vostro progetto?

In effetti ci compensiamo dal primo giorno di lavoro: in due, Tommaso piantava gli alberi, io li vendevo. Poi con il tempo abbiamo imparato a conoscerci e ogni volta che dobbiamo fare qualcosa di nuovo sappiamo già chi riuscirà a farla meglio tra noi due. Due mi sembra un buon compromesso per fare azienda. In tre si rischia sempre che si creino due fazioni e che qualcuno resti ai margini. In due o si va d’accordo o ci si blocca. Quindi tutte le volte che non siamo d’accordo su qualcosa ne parliamo e fino ad ora abbiamo sempre trovato una soluzione.

 

Durante un’intervista hai detto una cosa molto vera: “Non facciamo aziende migliori al mondo, ma migliori per il mondo.” Treedom è una Benefit Corporation, ovvero unisce profit e no-profit. Fatturate milioni di euro, ma contribuite anche a rendere il mondo un posto migliore dove vivere. E questo è, a mio parere, il modo migliore di fare impresa. Quali sono i consigli che ti senti di dare a chi vuole intraprendere un percorso simile? E cosa ti ha spinto ad aprire una Benefit Corporation e non solo una SRL?

Quando abbiamo fondato Treedom pensavamo proprio a questa forma di società. In realtà non riesco a concepire un’azienda che non si prenda cura del territorio dove opera, della sua comunità e dei propri dipendenti. Mi sembrano tutti elementi fondanti per una un solido sviluppo.

Non riesco a concepire un’azienda che non si prenda cura del territorio dove opera, della sua comunità e dei propri dipendenti.

 

Qualche domanda veloce

Quando a una cena ti chiedono che lavoro fai, cosa rispondi (in una parola)?

In genere rido. Poi dico che pianto alberi.

Qual è l’albero che più ti rappresenta?

Il baobab. È gigante, millenario, buffo. In Africa si sprecano le leggende su questo albero.

Se trovassi una macchina del tempo (funzionante…) e potessi fare un solo viaggio, dove andresti a vivere? Nel passato o nel futuro?

Andrei a filosofeggiare nell’antica Grecia, con il bel panorama del mare davanti agli occhi.

Cosa ti spinge di più a lavorare? Fare soldi (making money), o fare qualcosa che dia un senso alla tua vita e abbia un impatto sul mondo (making meaning)?

Riuscire a coniugare i due aspetti crea un’azienda solida: ragazzi motivati e impatto positivo sul pianeta.

Se potessi scrivere una sola parola su un grosso billboard nella piazza principale della tua città, Firenze, quale parola sceglieresti?

TREEHUGS.

Se potessi fare una passeggiata in una delle tante foreste che avete creato in giro per il mondo con un imprenditore (di qualsiasi epoca storica), con chi ti piacerebbe farla?

Pavel Durov, fondatore di VK e Telegram, il nerd che sfida Putin.