Intervista
Quando ti ho intervistato per il mio libro, mi hai detto che, sapendo che la tua patologia è molto aggressiva, vuoi creare delle cose intorno a te per dare qualcosa agli altri, perché la cosa più bella che abbiamo è rimanere nel ricordo delle persone. È un pensiero molto profondo e molto in linea con il tuo lavoro. Mi racconti come fai ad essere sempre così pieno di energie ed idee? E cosa ti motiva di più nel tuo lavoro?
Un grande istinto umano è la curiosità. Mi piace osservare, indagare e apprendere quello che le persone fanno nella loro quotidianità; scoprire la vita da altri punti di vista. Nutro la mia volontà ed il mio intelletto di sensazioni, approfondisco la mia conoscenza attraverso l’ascolto e mi piace osare; perché mettersi sempre in gioco è elettrizzante. Molto spesso mi succede di immaginare qualcosa e poi realizzarlo, come è accaduto per i miei ultimi successi con la mia impresa tecnologica oppure con la mia nomina di esperto tecnico per la NATO. Sono sempre felice, anche quando il cielo si oscura, perché la sfida più importante è quella con te stesso perciò quando raggiungi i tuoi obiettivi e li superi non fai altro che sorridere.
Per lavoro viaggi molto. Ogni volta che ti vedo su Instagram o Linkedin sei da qualche parte del mondo a parlare delle tue aziende. Quanto è importante per te il viaggio per trovare nuove ispirazioni? E quali pensi siano le 5 attività che ogni imprenditore dovrebbe fare per avere sempre nuove ispirazioni e cogliere nuove opportunità?
Il viaggio è come vivere due volte. Ogni volta che sto per partire sono euforico, mi piace al punto di non dormire ma sentirmi carico lo stesso. Adoro viaggiare e fortunatamente sono riuscito a conciliare il business con il relax, e questo è un grande vantaggio. Ci sono molte persone che pensano al business separato e distante dalla vita personale ma ho esperienza che i business più forti e duraturi nascono spesso da una chiacchierata al tavolo di un ristorante oppure in una pausa dopo una lezione di crossfit. Il mio vademecum presenta i seguenti consigli: parlare con persone che non conosci, visitare luoghi non frequentati da turisti, integrarsi con la cultura del posto attraverso un cittadino locale, fare un digiuno da social/email/IM per almeno 24 ore, mantenere l’obiettivo di business in focus (perché altrimenti sei in vacanza).
Sono sempre felice, anche quando il cielo si oscura, perché la sfida più importante è quella con te stesso, perciò quando raggiungi i tuoi obiettivi e li superi non fai altro che sorridere.
Il tuo lavoro, così come le tue società, rispecchiano a pieno la tua storia e la tua persona. In tutto quello che fai ci metti la faccia. E questo penso sia molto importante. Secondo te, quando si fa l’imprenditore, è possibile separare la propria persona dalla propria attività?
Assolutamente non è possibile, infatti chi decide di fare impresa fa un patto con la propria idea di business e di solito questo percorso, per essere durevole, si matura nel tempo precedente a questa decisione. All’inizio del percorso il tuo lavoro ti assorbe 365/7/24 (ovvero sempre), ma con l’esperienza si acquisisce una discreta elasticità nel conciliare studio, famiglia/amici e lavoro. Trovo essenziali alcune metodologie di gestione dei progetti e gli strumenti che aiutano a rispettare le scadenze, specificare e condividere i dettagli delle attività e soprattutto di comunicazione con il team. Inoltre il tempo libero, per quel poco che rimane, può essere integrato in viaggi di lavoro oppure utilizzato per attività sportiva oppure lo studio; dalla mia esperienza sono riuscito a fare un Master in Data Science alla Johns Hopkins University e creare il pilot di Elysium con il Dubai Government nello stesso anno.
Come imprenditore, anche tu immagino abbia dovuto cercare fondi per lanciare le tue start up. Quanto è difficile trovare i fondi in Italia? E che consigli ti senti di dare, in termini di fund raising, a chi sta iniziando a cercare i primi fondi per lanciare la propria Start UP?
La mia è una storia un po’ particolare perché sono partito da un problema personale su cui poi ho fondato la mia impresa più importante. In Italia ho lanciato #UNBACINOPERAHMED con cui ho raccolto €75.000 e nella fase finale del crowdfunding ho dato vita ad Elysium il progetto per la condivisione dei propri dati sanitari con tutte le strutture cliniche nel mondo. Uno dei problemi più importanti quando si ha intenzione di iniziare un’impresa tecnologica è trovare i fondi che ti permettono di lavorare sulla tua idea, di validarla e di iniziare a venderla, perciò ho avuto modo di iniziare proprio dal mio network costruito negli anni chiedendo di partecipare ai miei progetti. Per il crowdfunding ho avuto la possibilità di moltiplicare il mio potenziale comunicativo grazie alla facile partecipazione di moltissime persone connesse al mio network sia direttamente che indirettamente mentre per il progetto d’impresa è stato più difficile. Finanziare il progetto pilota di Elysium non è stato assolutamente facile soprattutto perché 3 anni fa non era immediato dimostrare come le reti distribuite (DLT) avrebbero potuto connettere il mondo creando un vantaggio su tutti i livelli; quindi dopo molteplici disfatte ho deciso di provare a Dubai dove il mio progetto è stato accolto permettendomi di dimostrare la mia tesi direttamente in un progetto governativo. Ovviamente la difficoltà nel trovare i fondi è direttamente proporzionale alla comprensione di chi ti finanzia il progetto, infatti Elysium è definito come progetto “deep tech” e solo dopo aver raccolto il benestare di un grosso finanziatore siamo riusciti a dare inizio alla rivoluzione del mercato sanitario.
Il viaggio è come vivere due volte.
Qualche domanda veloce
Ora stai stai “distruggendo”, nell’accezione anglosassone di “disrupt”, il settore dell’Health&Care, quale altro settore ti piacerebbe distruggere?
Pharma.
Se potessi fare un pranzo con un imprenditore o manager del nostro tempo, con chi ti piacerebbe pranzare? E dove?
Elon Musk, su Marte.
Se trovassi una macchina del tempo (funzionante…) e potessi fare un solo viaggio, dove andresti a vivere? Nel passato o nel futuro?
Futuro.
Se potessi scrivere una sola parola su un grosso billboard in Piazza Duomo a Milano, quale parola sceglieresti?
Resilienza.
Hai lanciato start up in Italia e all’estero. Oltre all’Italia, qual è un paese dove ti piacerebbe vivere e lavorare?
Svizzera.
Cosa ti spinge di più a lavorare? Fare soldi (making money), o fare qualcosa che dia un senso alla tua vita e abbia un impatto sul mondo (making meaning)?
Making Meaning, su cui ho fondato Elysium 😉