Quanto possono essere caduti in basso gli ideali di un tempo per aggrappare le proprie rivoluzioni all’immagine di un fumetto? Dove sono finiti i grandi uomini e le grande donne che con la loro storia hanno dato al nostro presente e, soprattutto, al nostro futuro lo splendore dell’immortalità? Non voglio crederci. Non voglio credere che le generazioni che un tempo giustificavano il vuoto delle proprie rivoluzioni portando alto il volto di Che Guevara, Marx, Gramsci e tutta quella schiera di comodi surrogati, oggi non abbia neanche più un riferimento reale ma si debba accontentare di un fumetto. O, peggio, di una maschera. Questo è un triplo salto mortale dell’immaginario sul reale. Un Ko tecnico al primi round. In mezzo a tutte quelle bandiere, a tutti quegli uomini che hanno dato la propria vita per difendere un ideale vero, per lottare un nemico vero, una guerra vera, un orrore vero, i giovani d’oggi preferiscono l’immagine sorridente di una graphic novel, che molto probabilmente hanno conosciuto più grazie ai fratelli Wachowski che alla penna di David Lloyd.