La cosa che più amo del marketing è che non smetterà mai di stupirmi. E questa penso sia l’essenza più pura di quest’antica disciplina. Quella per cui ogni giorno mi guardo allo specchio e mi prometto che non cederò mai alle sue lusinghe. Che continuerò a scegliere con la mia testa e che non mi lascerò mai influenzare da nessuno. Però osservo. Osservo e imparo. Guardo il marketing da fuori. Come qualcosa di proibito che vorrei ma che so che non posso, o forse non voglio, avere. E questo periodo di crisi sta regalando delle sorprese che un osservatore-del-marketing non può non apprezzare. Così questa mattina ho quasi perso il treno della linea verde per Abbiategrasso di fronte alla pubblicità del nuovo VITALE salamino Beretta. Sono quasi stato risucchiato da quel cartellone bianco 6 metri per 3. Come in un’opera d’arte. Mi sono perso nelle profondità dei pixel, nella purezza dello still-life e nelle pieghe minuziose della pelle grigiognola del salamino. Perso, ma ancora ancorato alla realtà. Una realtà che si è infranta di fronte al colpo di grazia. Al capolavoro. Alla frase che giustifica i milioni spesi per idearla, stamparla e regalarla così, nuda e cruda, a tutti i pendolari delle 7.30. “Se hai Zero24 Beretta, hai tutto”. Ora, la riflessione nasce da sola, quasi prescinde dal prodotto in sé, o dal contesto, o dalla singola campagna e si prende spazi che forse non gli appartengono ma che non possono non essere presi in considerazione. La domanda è: Chi ha ideato questo claim, è veramente convinto che su tutta la terra esista anche solo una persona che possa veramente credere che se ha un salamino Zero24 della Beretta può considerarsi talmente fortunato e appagato da non sentire più il bisogno di null’altro al mondo se non il suo salamino? Io da osservatore esterno penso di no. Penso che non solo chi ha ideato questa frase ma soprattutto chi lo ha pagato per farlo e chi ha autorizzato questa pubblicità non abbia idea di cosa sia la realtà. Di cosa siano i reali bisogni della gente e molto probabilmente non ha idea di chi sia la gente. Forse è un puffo golosone chiuso nella sua casetta a forma di fungo che passa la vita a mangiare salamini Beretta nella speranza che anche la sua amata puffetta si trasformi in un salamino Beretta Zero24. O forse è tutto il mondo del marketing che seguendo a ruota quello della religione, della politica e dei media ha perso il contatto con la realtà e si è ridotto ad essere un gioco fine a se stesso dove l’obiettivo non è più convincere il consumatore ma convincere il direttore marketing? Ma soprattutto, quanto ancora il marketing potrà raccontarcela? Quanto ancora il marketing potrà farci credere alla favoletta della felicità indotta? Un sentito grazie al grande puffo che ha ideato questo claim perché non solo mi ha fatto perdere il treno ma mi ha anche rovinato la mattinata.