Totò Degeneration

Scritto il 14 Ottobre 2010

Ho già scritto di come la filosofia di sopravvivenza all’italiana sia una delle caratteristiche di cui più vado orgoglioso. Penso che gli Italiani abbiano uno spirito vitale e una creatività unica che per istinto applicano a qualsiasi contesto, motivo per cui, credo, tutti gli Italiani che ho conosciuto all’estero sono riusciti a trovare la loro dimensione professionale lontano da casa. Una creatività e una filosofia di vita che trovava in Totò la sua icona. Geniale, ironico, sincero, immediato e profondamente romantico. Non mi sorprende che l’Italia sia ormai famosa nel mondo soprattutto per i suoi comici, chi meglio di loro per ritrarre un’Italia nella quale “non ci resta che piangere”? E così i comici si prendono tutto e lo fanno con grande stile. A Roberto Benigni il premio Oscar. A Dario Fo il premio Nobel. Riescono a ritrarre l’Italia con assoluta chiarezza colpendo le persone dritte al cuore. Sono un’iperbole di emozioni. Penso che la comicità sia il media migliore per parlare dell’Italia oggi, almeno fino a quando la comicità non si fonde con la politica. Ed ecco allora la sua degenerazione più macabra. Tangentopoli, Vallettopoli, Parentopoli e una slavina di contorte macchinazioni all’italiana che portano la politica sul piano della tragi-commedia alla Plauto. Tutti che cercano di nascondere la propria pentola piena di soldi nel proprio pezzo di giardino per non farsela portare via. Tanti Euclioni che si rincorrono sul palco sempre più distanti dalla realtà e da quello che gli sta intorno.