Parafrasando Banksy che a sua volta rubava la citazione a Pablo Picasso “I bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano” e, mai come oggi, questo assioma sembra essere diventato legge. La creatività è una questione di furti e rimescolamenti. Come scrive Austin Kleon, nessuna opera è originale, tutto deriva dalle opere altrui. Quello che conta è la trasformazione, il procedimento che fa diventare nuovo qualcosa di “rubato”. Parafrasando i teorici Henderson & Clark è una questione di capacità architetturali. Di saper connettere punti tra loro distanti, come disse Steve Jobs nel suo celebre discorso a Standford.
Dal secondo “Ghostbuster”, al terzo “Ritorno al Futuro”, al quarto “Indiana Jones”, passando per il quinto “Rocky”, il sesto “Star Wars”, il settimo “Harry Potter” e l’ottavo “Batman” fino al ventitresimo “James Bond”, per poi tornare indietro con il prequiel di “Alien”, “Xmen”, “Spiderman” e “Terminator”, e sprofondare nel remake di “Ocean’s Eleven”, “Ladykillers”, “The Italian Job”, “King Kong”, “Psyco”, “The Next Three Days”, “Stanno Tutti Bene”, “La guerra dei mondi”, “Il Pianeta delle Scimmie” e “Scarface”, andare al cinema sembra sempre di più un déjà vu che si continua a ripetere per citare il puri-citato Lawrence Peter “Yogi” Berra.
Non si può citare dicendo di essere stati citati male (Groucho Marx). La citazione è un’appropriazione indebita, totale e assolutamente moderna (Arthur Rimbaud). Oggi tutti copiano, senza pensare che “i problemi non possano essere risolti con le stesse dinamiche che li hanno generati” (Albert Einstein). C’è bisogno di “scuotere il sistema” (Billy Idol) per “soffiare nel vento” (Bob Dylan) di una generazione furba che “critica tutti per non criticare nessuno” (After Hours), che pensa “basti spendere un giorno per guadagnarsi una vita” (ivan) e che nasconde dietro quanto detto da altri la propria incessante banalità (Susan Sontag).
Tantissima originalità rubata a tutti.