Citando gli Who, che a loro volta citavano il pluri-coverizzato bluesman Mose Allison, un tempo tutte le persone facevano un passo indietro quando un giovane camminava davanti a loro. Ma quei bei tempi, quelli dell’innovazione, del coraggio e della passione sembrano essersi addormentati. Continuando con il profetico testo di Allison, ai giorni d’oggi tutti i soldi sono in mano ai vecchi e un giovane non ha più nulla di questi giorni. Si forse è un po’ forte, soprattutto se a cantarlo sono gli Who che hanno cambiato un’intera generazione, però, da sotto il palco guardando immobili muoversi tutto senza che si muova nessuno, aspettando il proprio momento di salire, l’impressione che si ha è che il vecchio Allison avesse ragione e che oggi per i giovani sia rimasto veramente poco.
Il vero problema però non è tanto di stampo anagrafico. Quello è relativo. Il vero problema oggi è che senza giovani tutto è più noioso, statico e sbiadito. E senza divertimento non c’è innovazione. Si pensa al futuro solo se c’è futuro. E senza giovani il futuro non c’è. Tutti ne parlano a tutti i livelli. L’austerità che caratterizza i nostri tempi è una buona scusa. Un facile palliativo per tenere i giovani al loro posto. “Tenete duro, la crisi passerà” si vero, ma il problema non è la crisi. Il problema è la voglia e, soprattutto, la possibilità di fare.
Perché di persone, giovani o non giovani, che hanno voglia di fare, che sentono il bisogno naturale di fare l’Italia è piena. Noi in Art Kitchen li incontriamo ogni giorno. Vengono, ci raccontano i loro progetti e insieme cerchiamo il modo di realizzarli. Frugando nel sottobosco delle autoproduzioni artistiche, editoriali, video e musicali di questa città, i collettivi brulicano affamati di fare. E la loro esistenza rappresenta per noi la spinta più importante.
Ritornati da Sarzana abbiamo avuto l’impressione che una cultura viva, creativa ed intelligente sia possibile. Però bisogna lasciargli spazio, dargli fiducia e correre il rischio. Quale momento migliore di questo per rischiare? Cosa abbiamo da perdere? Siamo l’adesso di chi ha vissuto secondo la filosofia del “prima o poi”, ora è venuto il momento di inventarsi qualcosa di nuovo.