Dopo 13 anni dal tragi-comico premio Oscar dato a Shakespeare in Love di John Madden nel 1999, anno in cui a contendersi l’Oscar come miglior film c’erano capolavori come “The Thin Red Line” di Terrence Malick o “La vita è bella” di Roberto Benigni o anche il super blockbuster “Saving Private Ryan” di Steven Spielberg che a confronto del melenso Shakespeare di John Madden era sicuramente più degno, seguito poi da altre incomprensibili statuette come quella data a Chicago di Rob Marshall, preferito al bellissimo The Pianist di Roman Polanski nel 2003, o a quella data a “The Lord of the Rings: The Return of the King” di Peter Jackson, il più noioso sequel della saga, preferito, nel 2004, a capolavori come “Mystic River” di Clint Eastwood o come “Lost in Translation” di Sofia Coppola cui qualche audace traduttore italiano ha avuto il coraggio di deturparne il titolo in “L’amore tradotto” forse nella speranza di eguagliare l’ancor peggiore “Se mi lasci ti cancello” assurda ed incomprensibile traduzione del bellissimo “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” di Michel Gondry sempre del 2004, ieri notte “The Artist” di Michel Hazanavicius ha vinto l’Oscar. E lo ha vinto a ragione. Non lo ha vinto per gli effetti speciali o per la tecnologia o per il cast stellare. Lo ha vinto perché “The Artist” è un’opera d’arte. “The Artist” è un’idea prima che un film. “The Artist” è una storia talmente forte che non ha bisogno di alcun effetto speciale per essere raccontata. Una storia vera, genuina che emoziona anche solo con uno sguardo. “The Artist” è cultura. Nulla di più ed oggi quello di cui il mondo ha bisogno è cultura. Il mondo ha bisogno di idee. Vere. Il progresso, la tecnologia, la scienza stanno nascondendo un globale e preoccupante inaridimento delle idee. Il progresso non è tecnologia, il progresso è genio. L’evoluzione non è fatta dalle macchine, l’evoluzione è fatta dal pensiero umano. Inventarsi qualcosa di nuovo è progresso. E’ per questo che considero l’arte, quella vera, la forma più sublime e sconcertante di progresso. Perché l’artista, quello vero, non è la sua tecnica ma solo la sua idea. E’ questo che differenzia un artista da un non artista. L’idea. Tutti gli altri sono artigiani, tecnici, operai dell’arte ma non artisti. L’artista vero pensa, poi fa. L’artista vero non ha bisogno della tecnologia. Un vero artista è un artista anche solo con una penna e un pezzo di carta.