L’arte non può prescindere dall’essere ir-riverente, ir-ruente, ir-ritante, ir-ripetibile, ir-regolare, ir-razionale, ir-rompente, ir-riverente e da tutti quegli ir- che la rendono, prima di tutto, viva e la fanno vibrare tra le strade e, soprattutto, tra le persone. L’arte non è fatta per essere solo guardata, l’arte va vissuta e partecipata. In questa direzione la performance di Bros nasce con il fine di lasciare un segno chiaro e spontaneo sul territorio, una grande linea rossa che racchiude al suo interno il perimetro di tutta la Franciacorta. Un’opera di land art che marchia il territorio di 17 comuni limitrofi trasformando strade, ciottoli e asfalto in un’unica grande opera di arte contemporanea. La performance di Daniele Nicolosi è stata indubbiamente l’opera più complessa e costosa di tutto il progetto. La sua realizzazione ha coinvolto tre operatori, due registi, un elicottero, un cameraman, un fotografo, 200 litri di vernice rossa, quattro telecamere, un trattore, un carro e, ovviamente, l’artista. Ma proprio per questo motivo, è stata l’opera più partecipata e coinvolgente. Tutti hanno voluto dare il proprio contributo per la produzione e, soprattutto, per la sua realizzazione. La performance è cominciata alle 6.00 del mattino e dopo due ore di preparativi ha iniziato il suo lungo tragitto partendo davanti al Monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo, per poi percorrere le strade di Monticelli, Ome, Rodengo, Gussago, Castagneto, Ospitaletto, Cazzago San Martino, Rovato, Coccaglio, Cologne, Erbusco, Adro, Capriolo, Paratico, Corte Franca e Iseo dove Bros, ormai completamente immerso nel rosso della sua stessa performance, ha marcato il lungo lago tra lo stupore attonito di gente e passanti. Shockati da quel carro di vernice rossa che attraversava la città. Del resto, quando si parla di performance tutti i dogmi della contemplazione dell’arte vengono violentemente invertiti. Sintetizzando il processo artistico alla sua essenza abbiamo tre momenti chiave. Produzione / Esecuzione / Reazione. In un’opera come un quadro o una scultura quello che trovo più interessante tanto a livello concettuale quanto esecutivo è la prima fase, la produzione, dove è possibile capire il perché di un’opera, conoscerne le tecniche di produzione e scorgerne gli sviluppi. Nella performance invece è esattamente il contrario. La fase che più mi affascina è l’ultima, la reazione. E’ questo il momento in cui la performance raggiunge il suo apice. Il momento in cui l’arte torna a svolgere il suo fine più importante. Comunicare. Sorprendere. Shockare. Lo shock è uno dei concetti più attuali dell’arte contemporanea. Un tema chiave per comprendere le dinamiche che da Warhol a Hirst ne hanno dettato i paradigmi. Lo squalo in formaldeide di Hirst nasce per shockare. Le prostitute di Teheran dell’artista iraniana Shirin Fakhim nascono per shockare. Il bambino con il tamburello di Cattelan, come le gigantesche sculture di Ron Mueck o quelle perverse dell’artista americano Paul McCarthy o dei Chapman Brothers nascono per shockare. Ma stiamo ancora parlando di opere destinate a un pubblico di nicchia rinchiuso nelle mura, spesso bianche, di gallerie e spazi espositivi. E’ solo con la performance e, nel particolare, la performance pubblica che l’arte si scontra direttamente con la gente e torna a dialogare con il proprio pubblico. L’arte di Daniele Nicolosi vive di questa relazione, senza il pubblico, la gente, le persone, la sua arte sarebbe nulla. Sarebbe auto-referenziale. Ed è quindi nella reazione dei cittadini di ognuno dei singoli comuni interessati dalla performance di Bros che si ha il vero punto di (s)volta della performance. Entrato a Iseo, in piedi, su un carro trainato da un trattore coperto di vernice rossa, Daniele Nicolosi ha scardinato la quotidianità dei cittadini utilizzando i loro stessi mezzi. Nessuno si è girato quando ha visto un trattore, chi in Franciacorta è attratto da un trattore durante il periodo della vendemmia? Ma tutti si sono girati quando dietro il trattore hanno visto un giovane a torso nudo completamente rosso fare qualcosa di assolutamente inaspettato. La gente ha sorriso. Ma il sorriso della gente si è presto trasformato quando l’occhio è caduto sulla concretizzazione fisica del loro sorridere. Sulla traccia rossa che macchiava i loro ciottoli. C’è chi ha applaudito, chi ha urlato, chi ha chiamato subito la polizia, chi ha capito e chi invece è rimasto zitto a guardare. Ma non c’è nessuno che non si sia voltato e abbia detto o pensato “E quello cosa è? Cosa sta succedendo?”. Così ecco che la linea rossa che segna il perimetro totale della Franciacorta si è trasformata in un taglio, in una sfida, in una pubblica espiazione cui tutti hanno puntato l’indice e di cui l’artista si è fatto personificazione. E non è un caso che, a partire dalle ore 12.00 di Giovedì 22 Agosto 2011 fino alla sera tardi, il numero diretto del comando di Polizia di Iseo non abbia mai smesso di suonare. Perché tutti volevano avere una risposta. Non tanto per capire l’atto in sé. Ma piuttosto per capire se i loro ciottoli sarebbero tornati puliti. Ma ecco la inversione-di-inversione, tipica dell’arte contemporanea. Un’opera nata come messaggio pacifico di unione tra i paesi si trasforma in un taglio che irrita e crea shock per poi ri-trasformarsi in oggetto che unisce nell’irritazione. Lo sgomento per l’opera dell’artista-imbrattatore, come lo ha definito una giornalista del Giornale di Brescia, ha unito tutti i comuni coinvolti dalla performance che di paese in paese e di bocca in bocca si sono ritrovati inconsapevolmente legati da una sorte comune e quindi parte partecipante di un messaggio sociale prima che artistico. Proprio sullo scadere della performance infatti la polizia di Provaglio d’Iseo contattata comunemente da tutti i comuni ha infatti interrotto la performance e ha pianificato una denuncia collettiva per imbrattamento di suolo pubblico. Senza sapere però che la vernice usata era ad acqua ed è bastato quindi l’inaspettato e provvidenziale acquazzone della notte per cancellare l’onta artistica di Bros e riportare l’ordine tra le strade dei 17 comuni della Franciacorta.