Un appunto veloce su un concetto che trovo molto attuale ma che ancora devo mettere a fuoco. Internet accorcia le distanze, vero, ma ne riduce l’intensità. Dai 500 amici di Facebook alle 30 mail giornaliere passando per Skype, Icq, Messanger, l’Iphone e il BlackBerry, chiunque è a portata di mano. Sentire una persona a Londra, Parigi o New York è lo stesso. La vera domanda è quindi “Chi c’è dall’altra parte della rete?”. Milioni di persone mettono i propri dati, le proprie foto, condividono i propri pensieri e le proprie amicizie su Facebook, trasformando un sito internet in un’appendice della propria esistenza. Ma chi è Facebook? Come facciamo a dargli così tanta fiducia? Com’è la persona che sta dietro alla macchina? Se un domani il fondatore di Facebook decidesse, da un momento all’altro, di chiudere il suo sito, cosa accadrebbe ai 500.000.000 di iscritti che stanno fondando le proprie relazioni su questo social. Tutto questo potere in mano ad una sola persona. E poi scendiamo in piazza per manifestare contro politici e dittatori. Quanto potere diamo ogni giorno ai fondatori di Google, o di Amazon? Dietro questi imperi virtuali ci sono persone che neanche conosciamo cui ogni giorno diamo tutto il nostro appoggio, perché senza di noi, ognuno di noi, il loro impero non esisterebbe. Questo sito, come tutti quelli che faccio, si appoggiano su WordPress, una piattaforma gratuita fondata da Matt Mullenweg di cui so giusto il nome, all’incirca l’età (26 anni) e la provenienza (Texas). Gran parte della mia comunicazione con il mondo si basa su una persona che da un giorno con l’altro potrebbe svegliarsi e decidere di ritirarsi e chiudere definitivamente WordPress e di conseguenza altri 32 milioni di siti in un solo giorno. Decisamente precario.