Nonostante il traffico caotico della circonvallazione in moto la mattina presto, ancora ci casco. Ogni volta che vedo una Vespa px per le strade di Milano mi giro e penso a quanto di bello ha prodotto il design italiano, per poi rendermi conto, ogni volta che, quello che sto guardando non è una Vespa ma uno scooter indiano al gusto di Vespa. Incredibile come un pensiero poi ne attiri un altro e apra riflessioni potenzialmente infinite e assolutamente contemporanee. Soprattutto se dopo aver visto una vespa-non-vespa esci dal cinema pensando di aver visto il sequel della trilogia di Bourne e invece hai visto un film al gusto di Jason Bourne in tutto e per tutto ad eccezione dell’assenza della sostanza stessa del film. Poi capita di trovarsi nel bel mezzo di un testo di 80.000 battute che parla della prossima mostra di Tv Boy, dell’arte contemporanea e della fragile condizione della street art oggi e improvvisamente riaffiora quel gusto agrodolce di avere sempre e comunque a che fare con qualcosa al gusto di qualcosa e non con il qualcosa vero e proprio con quel qualcosa che è qualcosa dall’apparenza fino alla più profonda sostanza. Così inizio a scrivere di quanto oggi l’arte sia denaturata e di quanto la street art sia stata prosciugata dalla sua essenza street ed ecco che mi ritorna alla mente Slavoj Žižek, filosofo che forse ho letto troppo o forse ho letto troppo poco, fatto sta che mi lascia sempre nel bilico, a volte imbarazzante, di ritrovarmi nei suoi pensieri senza neanche rendermene conto. Riprendo uno dei suoi libri che più ho apprezzato, “Il godimento come fattore politico” e la sua splendida immagine della Coca Cola Zero come metafora del contemporaneo. Ora ci sono, ho messo a fuoco la mia ansia. Una società de-sostanzializzata. Dove tutti si accontentano del gusto senza sentire l’esigenza di godere della sostanza. Basta una Coca al gusto di Coca Cola, non importa che di fatto dentro non abbia più nulla. Basta la carrozzeria della Vespa per avere una Vespa senza sentire il bisogno di avere a che fare con la storia e la sostanza stessa della Vespa. La gente si accontenta di vedere un’idea di street art in galleria senza il bisogno di toccarla con mano tra le strade. Una Street-Art-Diet o meglio una Street Art Zero, una street art Street-Free. Se c’è una cosa che ho capito dalla street art è che non puoi fare qualcosa senza quel qualcosa. Alla meglio si può fare qualcosa al gusto di qualcosa ma senza l’essenza la cosa non sarà mai quella cosa. Non si può fare politici senza politica, artisti senza arte, poeti senza poesia. Neanche il sequel di Bourne regge senza Jason Bourne. Ma soprattutto non si può fare società senza società. Così in apnea da Reale mi intrattengo scrivendo una breve lista di tutte quelle cose al gusto di cosa che mi circondano.
– La Star Deluxe: Una non-vespa fabbricata in India a marchio Lml.
– Egon Schiele e il suo tempo: Una mostra su Schiele al gusto di Schiele.
– Il Sushi cinese: Il non-sushi al gusto di Sushi.
– La Street Art in mostra: Opere di street art al gusto di street.
– Green Zone: Il sequel di Bourne senza Jason Bourne.
– La Diet Coke: Una Non-Coca-Cola al gusto di Coca Cola.
– Il caffé decaffeinato: Un caffè senza caffé al gusto di caffé.
– La birra analcolica: Una non-birra che sa di birra.
– La musica Punk-Pop: Una musica punk denaturata della sua essenza punk.
– I Facebook Friends: Un nuovo concetto di amico al gusto di amico.
– L’hamburger di Tofu: Un hamburger senza l’essenza prima (la carne) al gusto di carne.
– La pizza cinese: Una pizza denaturata della sua essenza italiana.
– La nona stagione di Scrubs: Una sit-com privata della sua essenza.
– Il ponte di Rialto a Las Vegas: Un luogo svuotato della sua essenza di luogo.
– La Yamaha Virago: Una moto giapponese al gusto di moto americana.