Dopo aver visto per la seconda volta un film che confermo essermi piaciuto molto, “L’uomo che fissa le capre”, mi appunto al volo la lezione che ho imparato da questo film. Di per sé il film racconta di un uomo straordinario, talmente straordinario da portare a termine un progetto tanto ambizioso quanto paradossale. Una squadra di soldati-hippy all’interno dell’esercito americano finanziata dal governo americano per sperimentare armi non violente. Assurdo. Questo va quasi oltre la mia totale fiducia nel gettar semi al vento per far fiorire il cielo. Eppure in questa pellicola è racchiusa una verità tanto utile quanto semplice. Fino a quando quello che fai produce risultati positivi per chi ti finanzia puoi realizzare qualsiasi progetto. Non a caso il progetto del visionario sergente Bill Django inizia ad incrinarsi quando l’ultimo arrivato della sua squadra di marines-jedi inizia a perdere il senno e deludere così le aspettative dei superiori dando inizio al veloce declino della New Earth Army. Momento chiave di questa rottura è la scena in cui il giovane soldato invita i superiori a interrogare Angela Lansbury per scoprire dove si trovasse un prigioniero. Dopo la ovvia e incredula risposta della Signora in Giallo, tutto il metodo Django viene messo in discussione e il New Earth Army viene sciolto. Da qui il “fattore Lansbury” inteso come il momento in cui un progetto comincia a non riportare più i risultati previsti e quindi, per quanto affascinante, è destinato a fallire.