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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

Buongiorno,
cominciamo questa newsletter con qualche segnalazione e qualche post che ho scritto su Linkedin questa settimana (e anche quella prima visto che settimana scorsa c'era il ponte...):

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La newsletter continua qui sotto, buona lettura,
Jacopo

Corrente #91: Carnismo.

Una delle cose che mi ha sempre lasciato perplesso dell’universo Walt Disney è che Pippo, un cane antropomorfo, possegga a sua volta un cane, Pluto, che invece è “solo” un cane. Come se per la Disney esistessero due tipologie di animali. Quelli più “umani” (come Topolino, Paperino e, appunto, Pippo) e quelli invece meno “umani” come Pluto.

Sebbene questa distinzione tra animali-umani e animali-animali possa sembrare bizzarra oggi stiamo vivendo un fenomeno simile e, per certi aspetti, paradossale.

Da una parte stiamo assistendo all’esplosione del settore Pet Food e Pet Care guidato da un numero sempre maggiore di famiglie che hanno animali come cani, gatti o conigli. In Italia per esempio il rapporto tra popolazione residente e animali è di 1 a 1 con una stima di 60,3 milioni di animali. Nascono così nuove professioni come il "Barkitect", ovvero l'esperto di Interior Design, o il Party Planner che organizza lussuose feste per cani e il massaggiatore per cani. Oppure prodotti come pillole per allungare la vita dei nostri animali o la DogTv, una televisione pensate apposta per i cani. O ancora servizi di Food Delivery con menu gourmet per cani come Dog’s Bistrot o gelaterie per cani come Salty Paw’s o addirittura App d'incontri per animali come Pedigreender ideate per dare ai nostri amici a quattro zampe servizi quasi al pari di quelli pensato per gli esseri umani.

Da un'altra parte, i vegetariani sono sempre meno e continuano a crescere gli allevamenti intensivi dove ogni giorno vengono barbaramente macellati centinaia di migliaia di animali. Il consumo di carne è in continuo aumento. Così come continuano ad esistere riti culinari come il piatto coreano Sannakji dove i polpi vengono tagliati e mangiati ancora vivi.

Nel libro “Why We Love Dogs, Eat Pigs and Wear Cows” (Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche), Melanie Joy conia il termine Carnismo proprio per indicare il paradosso culturale per cui macelliamo e mangiamo alcuni animali considerandoli al pari di un oggetto, mentre amiamo e rispettiamo altri animali considerandoli al pari di una persona.

Secondo l'autrice «il Carnismo è causa di grandi sofferenze per gli animali e di ingiustizie globali, e ci spinge ad agire contro i nostri interessi e quelli degli altri senza renderci pienamente conto di ciò che stiamo facendo. Diventare consapevoli di cosa sia il Carnismo e di come funzioni è fondamentale per l'empowerment personale e la trasformazione sociale, in quanto ci permette di fare le nostre scelte alimentari in modo più libero, perché senza consapevolezza non c'è libera scelta.»

Ed effettivamente è condivisibile concordare con Melanie Joy nel pensare che il problema alla base del Carnismo sia proprio una questione di consapevolezza. Amiamo alcuni animali perché fanno parte della nostra vita e quindi abbiamo la consapevolezza di cosa provino. Animali che invece non abbiamo mai visto e di cui ignoriamo la provenienza non ci suscitano alcun sentimento. Li consumiamo al pari di un prodotto senza farci tante domande.

L'animale però rimane lo stesso. Quando viene macellato, il cane o il coniglio che ci teniamo in casa e con cui siamo cresciuti soffre tanto quanto un qualsiasi altro cane o coniglio. Quello che cambia è solo il nostro punto di vista. La percezione che noi abbiamo dell’animale.

Io non sono vegetariano e non sono neanche un animalista. Penso che gli animali siano animali. Non sono persone, ma non sono neanche oggetti. Quello che trovo incoerente infatti, se non addirittura razzista, è considerare taluni animali al pari di persone e altri al pari di oggetti privi di sentimenti.

Indipendentemente quindi dal suo ambito prettamente relativo alla sfera animale, il fenomeno del Carnismo offre uno spunto di riflessione più ampio sull'importanza di avere una maggiore consapevolezza dell'impatto delle nostre abitudini sul mondo. Sebbene oggi siamo, forse, consumatori un po' più accorti di quello che eravamo un tempo, c'è ancora una distanza molto significativa tra quello che consumiamo e la consapevolezza di come quello che consumiamo sia stato prodotto.

Noi non ce ne rendiamo conto. Viviamo in un sistema costruito apposta per non farci pensare a quello che c’è dietro (e davanti) ai prodotti che acquistiamo. Ma spesso dietro c’è una storia di sfruttamento del lavoro e distruzione del pianeta e davanti una storia di inquinamento e consumismo. Pensiamo a tutte le sofferenze, lo sfruttamento e le vite che stanno dietro ai diamanti che regaliamo, ai pezzi dei nostri smartphone o al tabacco che fumiamo.

Oppure pensiamo proprio alla produzione in serie del cibo, che ha ormai assunto dinamiche da prodotto di massa. Si è passati da una logica in cui l’uomo era produttore diretto del cibo che consumava e quindi aveva piena consapevolezza della sua origine (come nel celebre dipinto “I mangiatori di patate” di Van Gogh del 1885, dove i contadini mangiano patate con le mani ancora sporche della stessa terra dove quelle patate sono cresciute), fino a un estremo in cui l’uomo è divenuto consumatore inconsapevole di dove e come il cibo che consuma viene prodotto, aumentando esponenzialmente la distanza tra oggetto consumato (cibo animale o vegetale che sia) e soggetto consumatore (noi esseri umani).

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Cose che ho trovato online e offline.

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🇬🇧🇮🇹 Alcuni dei link che condivido sono in inglese. Se preferisci leggerli in italiano puoi installare un traduttore automatico come DEEPL. [Link]
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Il link più cliccato di settimana scorsa è stato: "🐸 Un buon consiglio per essere più produttivi: ingoia subito il rospo." [Link]

🔍 Un anno di ricerche 2023 in Italia, secondo Google. [Link]

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Sono Jacopo Perfetti creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.

Sono autore di 1500+ post e 4 libri, e ho co-fondato l'agenzia basata su AI Oblique.ai e "Prompt Design" il primo e più completo corso in Italia sull'Intelligenza Artificiale Generativa.


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