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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

Buongiorno,

"Unleash the Charge. Electrified Adventure." Questo è lo slogan che si è inventato ChatGPT quando gli ho chiesto di generare un copy per una finta pubblicità di un'auto, in questo caso una Tesla Model 3, ambientata in un deserto della California.

E non si è fermato allo slogan. Poi ha generato il testo per la pubblicità. E, già che c'eravamo, con Federico Favot, abbiamo generato anche le immagini, il video, il voice over e la musica.

Il risultato è quello che puoi vedere qui: un commercial di 45 secondi.

📍 Concept e testo: ChatGPT.
📍 Immagini: Midjourney.
📍 Video: Runway.
📍 Voice Over: ElevenLabs.
📍 Musica: Stableaudio.

Tempo totale: meno di due ore.
Costo totale: (forse) qualche dollaro.

Tutto realizzato solo scrivendo prompt. Text-To-Text, Text-To-Image, Text-To-Video, Text-To-Audio.

Ovvio, le immagini sono ancora grezze, ma è una questione di uno o due anni.

Quanto sarebbe costato fare uno spot simile "dal vero"? Regista, location, attori, trasferte, Copywriter, Art Director, agenzie, troupe...

Stiamo parlando di decine, se non centinaia, di migliaia di euro e mesi di produzione contro pochi dollari di investimento e due ore di tempo.

La mia speranza è che questa rivoluzione tecnologica spinga creativi e agenzie a lavorare molto di più sulla creatività e sull'originalità delle idee alla base delle prossime campagne di comunicazione.

Questo sarà il vero vantaggio competitivo: la creatività umana, non l'esecuzione tecnica.

Nell'automotive è da settant'anni che il format comunicativo alla base delle pubblicità è sempre lo stesso. Nel 1950, la Buick Motor Company, vendeva i suoi modelli usando lo slogan: “It makes you feel like the man you are" (Vi dà il senso di essere l’uomo che sei). E da allora poco è cambiato.

In termini di messaggio siamo ancora lì: grazie a questa macchina potrai diventare l'uomo che sei (o che vorresti essere).

Forse è giunto il momento di pensare a qualcosa di più originale. Tanto nel settore Automotive quanto in qualsiasi altro settore.

La newsletter continua qui sotto, buona lettura,
Jacopo

Corrente #87: Sharenting.

Nel 1990, dopo aver pubblicato il primo album “Bleach, i Nirvana lasciano l'etichetta indipendente Sub Pop per passare alla Geffen Records, posseduta dalla Universal Music Group, con la quale producono il loro secondo album, “Nevermind.

La Geffen Records conosce bene la scena Grunge di Seattle, ma su “Nevermind” e sui Nirvana ha qualche dubbio. Così tengono le aspettative commerciali basse puntando alle 250.000 copie. Ma si sbagliano. L'album arriverà a vendere più di venti milioni di copie, verrà classificato alla 17° posizione della lista dei 500 migliori album secondo Rolling Stone e alla terza nella classifica dei 100 migliori album di sempre secondo la rivista britannica Q, per poi essere inserito, nel 2005, nella National Recording Registry dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.

Anche l'immagine di copertina dell'album diventerà una delle più iconiche della storia del Rock. Un bambino di pochi mesi che nuota nudo in una piscina con, davanti a lui, un dollaro appeso ad un amo da pesca.

Il bambino della fotografia è Spencer Elden che allora aveva 4 mesi e per la fotografia i suoi genitori riceveranno un compenso di circa 150 dollari. All'inizio Elden sembra felice di essere stato il soggetto della copertina. Nelle interviste si dichiara orgoglioso di aver fatto parte dell'album, si tatua la scritta "Nevermind" sul petto e si fa ritrarre in diversi scatti nella stessa posizione in piscina, questa volta però con il costume.

Nel 2021 tuttavia ci ripensa e, in occasione del trentesimo anniversario della pubblicazione dell'album, Elden intenta una causa da 150 mila dollari di danni contro le persone coinvolte nella realizzazione della copertina e del disco. Secondo Eldan e i suoi legali infatti, la copertina può essere considerata al pari di un contenuto pedopornografico e quindi la sua immagine è stata sfruttata sessualmente, senza peraltro il suo diretto consenso. In più, essendoci nella fotografia anche una banconota, Elden può essere assimilato a un sex worker, al pari di una prostituta o di un attore pornografico.

Le accuse sono pesantissime, ma, a quanto pare, infondate e nel 2022 Elden perde la causa.

Sebbene la storia di Elden riguardi un episodio di più di trent'anni fa, rientra perfettamente in un fenomeno che oggi è sempre più diffuso: il Sharenting, neologismo utilizzato per descrivere la tendenza di uno o entrambi i genitori di condividere costantemente fotografie, video e storie dei propri figli sui Social Media senza il loro permesso.

Sebbene la capitalizzazione dei figli non sia una novità, pensiamo anche al mondo del cinema e ad attori-bambini come Macaulay Culkin o Shirley Temple, con l'avvento dei Social Media, questo fenomeno raggiunge un'ampiezza tale da non poter essere trascurato. Oggi infatti vengono condivise ogni giorno milioni di fotografie di bambini e bambine ritratte nella loro vita quotidiana mentre fanno o dicono cose che un domani potrebbero, giustamente, non aver voglia di rendere pubbliche.

Una fotografia o un video condiviso online infatti dura per sempre. Può essere utilizzato per allenare algoritmi, o per definire la personalità di un individuo, o anche solo per alimentare i feed dei Social Media di miliardi di persone in modi che ad oggi non sono ancora chiari e prevedibili.

Fino a quando condividiamo nostri contenuti è una nostra scelta di cui siamo consapevoli, se invece pubblichiamo immagini di qualcun altro, anche se noi siamo formalmente i suoi legali rappresentanti, questa persona potrebbe non essere pienamente consapevole delle conseguenze derivanti dal condividere la propria vita sui Social Media.

In quest’ottica lo Sharenting si intreccia con molti altri fenomeni tipici della nostra epoca come le Momfluencer, ovvero le influencer che devono la propria celebrità all'essere mamme che condividono la loro vita quotidiana e quella dei loro figli sui Social Media, per poi, magari, pentirsene e togliere tutte le fotografie dei figli o nasconderne il volto con cerchi e cuoricini, come nel caso delle Momfluencer Maia Knight e Bobbi Althoff.

Così come il fenomeno dei Kidfluencer, inluencer minorenni che su YouTube o TikTok hanno milioni di follower e che, grazie alla loro visibilità, arricchiscono le tasche dei propri genitori, i quali spesso lasciano il lavoro per dedicarsi come manager all'attività dei figli. È il caso per esempio dello YouTuber undicenne Ryan Kaji che nel 2020 ha fatto guadagnare alla sua famiglia oltre 25 milioni di dollari, oppure dei gemelli Taytum e Oakley Fisher che guadagnano tra i dieci e i ventimila dollari per ogni post sponsorizzato.

Leggi tutte le Correnti sul mio blog.

Cose che ho trovato online e offline.

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🇬🇧🇮🇹 Alcuni dei link che condivido sono in inglese. Se preferisci leggerli in italiano puoi installare un traduttore automatico come DEEPL. [Link]
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Sono Jacopo Perfetti creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.

Sono autore di 1500+ post e 4 libri, e ho co-fondato l'agenzia basata su AI Oblique.ai e "Prompt Design" il primo e più completo corso in Italia sull'Intelligenza Artificiale Generativa.


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