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CORRENTE
A cura di Jacopo Perfetti.
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«Ogni proiettile che spari, stai sparando a un fratello o a una sorella.»
- Arnold Schwarzenegger
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questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di So-so technologies mentre settimana prossima parleremo di Combinatorial creativity.
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All’apice del suo successo, Henry Ford aveva un problema. «Perché» si lamentava spesso l’imprenditore americano «ogni volta che chiedo un paio di mani per il lavoro arrivano con un cervello attaccato?»
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Da una parte, automatizzare la produzione è sempre stato il sogno segreto di molti imprenditori che vedono nell’utilizzo delle macchine un’occasione per aumentare i profitti, ottimizzare la produttività e ridurre la complessità. Dall’altra parte però, l’automatizzazione del lavoro, è anche uno dei principali incubi del lavoratore che vede nelle macchine una minaccia per il futuro della propria professione.
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Questa non è una novità. Già nel 350 a.C. Aristotele si domandava se un domani sarebbero potuti esistere tessitori automatici e arpe che si suonano da sole e se queste avrebbero ridotto la domanda di lavoro degli schiavi. Dalla Rivoluzione Industriale in poi, questo pensiero è diventato sempre più incombente. Tuttavia, la storia ci ha insegnato che, il più delle volte, quando una nuova tecnologia viene introdotta sul mercato il numero di lavori persi equivale a quello dei lavori creati.
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La storia ci ha insegnato che, il più delle volte, quando una nuova tecnologia viene introdotta sul mercato il numero di lavori persi equivale a quello dei lavori creati. C’è però un’eccezione: le So-so technologies.
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C’è però un’eccezione: le So-so technologies, ovvero nuove tecnologie o nuovi macchinari che sono abbastanza validi per fare lavori che prima venivano fatti dagli umani ma non abbastanza innovativi da generare nuovi posti di lavoro.
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“So-so technologies” è un termine coniato nel 2019 da Daron Acemoglu del MIT e Pascual Restrepo della Boston University per sottolineare l’importanza di creare tecnologie che non siano solo produttive e quindi pensate per ottimizzare la produzione e ridurre i costi per l’azienda, ma anche trasformative e quindi in grado di trasformare interi settori così da creare più domanda di lavoro in altri mercati.
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META-NEWSLETTER
Cose interessanti che ho trovato in altre newsletter.
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TOP LINK: Il link più cliccato di settimana scorso è stato un link che non doveva esserci. Ovvero: “Il PHD ai tempi di TikTok: Su Science i vincitori dell’ambito contest: Dance Your Ph.D.” che avevo già segnalato nella Corrente #32 e che per errore ho lasciato anche nella Corrente di settimana scorsa. [Link] In realtà quindi il link più cliccato è stato “Trova film incredibili da vedere.” di cui però ho smarrito il link. Mi dispiace.
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- È un fatto risaputo, ma vederlo fa sempre riflettere. In questo grafico la classifica dei paesi dell’OCSE in termini di competitività sulle tasse. Spoiler: l’Italia è all’ultimo posto. [Link]
- Donare peli pubici per salvare il pianeta. [Link]
- Questa startup ha un modello di business interessante: Produce acqua gratuita ma sponsorizzata. [Link]
- Shazam per gli ornitologi. Merlin permette di identificare un uccello dal suono che fa. [Link]
- Scan Of The Month invece mostra come sono fatti gli oggetti ai raggi X. [Link]
- Indovina un Paese guardando le sue esportazioni. [Link]
- Arnold Schwarzenegger ai suoi amici russi: «Ogni proiettile che spari, stai sparando a un fratello o a una sorella.» [Link]
- I report del The Future Today Institute. [Link]
- I 20 NFT più costosi mai venduti. [Link]
- Mostrami cose belle a caso (molto Internet anni 90 ma ci sta…) [Link]
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Muro filosofico #34: “Insegnami ad odiare di meno”, una scritta che mi ha fatto pensare a come siamo stati educati e di come, ancora oggi, vengono educati i bambini e le bambine.
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Spesso (direi quasi sempre) si insegna ad evitare il negativo, ma non ad affrontarlo. Si insegna a non cadere, ma non si insegna come rialzarsi dopo essere caduti. Si insegna che non bisogna giocare con il fuoco, ma non si insegna a spegnere un incendio o a controllare il fuoco. Si insegna che arrabbiarsi è sbagliato, ma non si insegna come gestire la propria rabbia.
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E così succede anche al lavoro e nella vita di tutti i giorni. L’obiettivo è mettere le persone nelle condizioni di non fare errori. Ma visto che di errori ne facciamo in continuazione, forse sarebbe utile insegnare anche ad affrontarli, e non solo ad evitarli.
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Sono Jacopo Perfetti, creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.
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Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.
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Sono co-fondatore di Oblique.AI, agenzia di Intelligenza Artificiale applicata ai dati e alla creatività.
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