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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

«Non voglio le mie foto nei vostri uffici: il presidente non è un’icona, un idolo o un ritratto. Appendete invece le foto dei vostri figli, e guardatele ogni volta che prenderete una decisione.»

- Volodymyr Zelenskyy

Buongiorno,

questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Privacy Zuckering mentre settimana prossima parleremo di Bootstrapping.

Buona lettura, Jacopo

PS: Quanto sta accadendo in Ucraina non solo è terribile, ma è anche terribilmente anacronistico. In un’epoca in cui non dovremmo fare altro che guardare in avanti e immaginare nuovi modi, più giusti, pacifici e sostenibili, Putin ha riportato la lancetta dell’orologio della Storia al Secolo passato. Cosa possiamo fare noi? È una domanda che si stanno facendo in tanti. Qui qualche risposta:
  • Una mia amica sta organizzando una campagna per offrire ospitalità a profughi dall’Ucraina. In pochi giorni ha quasi raggiunto i 300 posti. [Link]
  • Qui trovi una lunga lista di associazioni cui donare soldi o azioni che possiamo fare online a supporto del popolo ucraino. [Link]
  • Qui ne trovi un’altra. [Link]
  • Qui invece trovi una raccolta di dati per comprendere meglio il contesto internazionale che ha portato alla guerra. [Link]
  • Qui qualche consiglio su come rimanere informati proteggendo, al contempo, la nostra salute mentale. [Link]
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Un giovane naufrago si ritrova da solo su un’isola deserta insieme a Marilyn Monroe. Dopo poco tempo riesce a conquistarla, tanto che lei s’innamora perdutamente. Al quinto giorno di sesso sfrenato lui le fa: Marilyn, se mi ami davvero, travestiti da uomo e incontriamoci sull’altro lato dell’isola. Lei pensa a un gioco erotico. Si traveste da uomo e si fa trovare dall’altra parte dell’isola. Ma appena si rincontrano lui ammicca, le pianta un gomito nelle costole e dice: Oh, Gianni, non sai cosa m’è successo! Incredibile: sono quattro giorni che mi sto scopando Marilyn Monroe!

Questa storiella, raccontata dal collettivo di scrittori Wu Ming all’interno del romanzo “54”, esprime molto bene il nostro naturale bisogno di condividere quello che ci accade con altre persone. Fa parte della nostra natura e va bene così. Il problema è quando tutto quello che condividiamo (pensieri, testi, foto, video…) confluisce verso un unico aggregatore. In questo caso allora parliamo di monopolio della condivisione e il rischio maggiore è quello di dare a un soggetto terzo, come può essere META o Google, il materiale per conoscerci meglio di quanto noi conosciamo noi stessi.

Come scrive Shoshana Zuboff: «If you’ve got nothing to hide, you are nothing.»

In questo scenario si inserisce il fenomeno della “Privacy Zuckering” che prende il nome dal co-fondatore di Facebook Mark Zuckerberg e indica la pratica con cui si viene subdolamente indotti a condividere pubblicamente più informazioni su se stessi di quelle che si intendeva realmente condividere.

Nel saggio “The Age of Surveillance Capitalism”, Shoshana Zuboff passa in rassegna alcune delle fonti da cui le Big Tech attingono per la raccolta di dati. Tra queste ci possono essere la frequenza con cui si carica la batteria del telefono, il numero di messaggi in entrata che si ricevono, se e quando si risponde alle telefonate, quanti contatti si hanno nella rubrica del telefono, come si compilano i moduli online, quanti chilometri si percorrono ogni giorno, il contenuto delle nostre e-mail, quali luoghi abbiamo visitato, cosa abbiamo detto, cosa abbiamo fatto, come ci sentiamo, con chi ci siamo sentiti e milioni di altri dati raccolti tanto dalle nostra attività online quanto da quelle offline.

Questi dati comportamentali possono poi essere utilizzati per produrre modelli predittivi per valutare la probabilità d’insolvenza o di rimborso del prestito, il nostro stile di vita, i nostri bisogni futuri oppure possono essere venduti sul mercato dei dati, costruendo così un nuovo modello di capitalismo, difficile da comprendere ma che comprende ogni aspetto della nostra vita.

META-NEWSLETTER

Cose interessanti che ho trovato in altre newsletter.

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TOP LINK: Il link più cliccato della settimana scorsa è stata una raccolta di template (che puoi anche aggiungere a Gmail) per dire no. Strumento essenziale, visto che come scrisse Henry Wheeler Shaw (altrimenti conosciuto come Josh Billings) metà dei problemi della vita nascono dal fatto che diciamo sì con troppa facilità e no troppo tardi. [Link]

  • Un glossario con tutti i termini da conoscere prima di parlare con degli investitori. [Link]
  • Un sistema (automatizzato) per rimanere in contatto con centinaia di persone. [Link]
  • Riesci a fregare un sistema di riconoscimento facciale? Non è facile ma è possibile. Provaci qui. [Link]
  • 6 acquisti su 10 che facciamo da Ikea non sono pianificati: un’interessante analisi dei trucchi Ikea per vendere di più. [Link]
  • Qualche consiglio su come dare o ricevere feedback. [Link]
  • I finalisti del Sony World Photography Awards. [Link]
  • Una breve lista di come Internet sta rispondendo all’invasione russa dell’Ucraina. [Link]
  • Una lista di prodotti e tecnologie sviluppate in Ucrania. [Link]
  • Le immagini distopico-capitalistiche di Quin Wu. [Link]
  • Spirale d’ansia. [Link]
2022_03_09_Non-Ho-Soldi-WEB
Muro filosofico #31: “Non ho i soldi” una frase che ho trovato su diversi muri a Milano, in diverse varianti. La migliore, forse, è quella che ho trovato sulla vetrina di un negozio (chiuso) di prodotti bio, dove qualcuno con una bomboletta spray di color rosso un giorno scrisse: “Non ho soldi per il bio”.

Il che mi ha fatto pensare a una frase che l’economista Tim Jackson disse durante un TED Talk: «Spendiamo soldi che non abbiamo per cose che non ci servono al fine di fare una buona impressione su persone di cui non ci importa niente.»

Una frase che riecheggia le parole del filosofo francese André Gorz quando scriveva che «si vive sempre peggio spendendo sempre più soldi e si crede di aver bisogno di guadagnarne sempre di più.»

Il punto quindi non è quantitativo ma qualitativo, il problema non è solo avere o non avere soldi ma anche perché abbiamo bisogno dei soldi.

Trovi altri muri filosofici qui.

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Jacopo_Perfetti_Festival_Letteratura_Mantova
Sono Jacopo Perfetti, creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.

Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.

Sono co-fondatore di Oblique.AI, agenzia di Intelligenza Artificiale applicata ai dati e alla creatività.

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