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CORRENTE
A cura di Jacopo Perfetti.
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«L’unico modo che ho per avere la certezza di essere vivo è se mi accadono cose che non avevo pianificato.»
- Marc Maron
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questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Tirannia della convenienza mentre settimana prossima parleremo di Privacy Zuckering.
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Il 9 ottobre 2011 il filosofo sloveno Slavoj Žižek sale su un piccolo podio a Zuccotti Park, New York, e tiene un discorso di fronte ai manifestanti del movimento Occupy Wall Street. Delle tante frasi dette (e ripetute) in quell’occasione ce n’è una che penso sia particolarmente interessante e attuale: «Innamoratevi del lavoro duro e paziente: siamo l’inizio, non la fine.»
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Oggi viviamo un’epoca di enormi comodità e agiatezze (almeno per chi come noi è nato nella parte fortunata del mondo) e questo può indurci a cadere in quella che, sul New York Times, Tim Wu chiama la “Tirannia della Convenienza” intesa come l’atteggiamento di chi tende a pensare che la soluzione più facile ed accessibile sia quella migliore, anche quando non lo è.
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La comodità ha infatti la capacità di rendere impensabili altre opzioni. Dopo aver usato una lavatrice, scrive Wu, lavare i vestiti a mano sembra irrazionale, anche se potrebbe essere più economico. Dopo aver sperimentato la televisione in streaming, aspettare di vedere un film a un’ora prestabilita sembra assurdo. Resistere alla comodità è molto difficile ma è sempre più necessario, perché spesso la nostra libertà e la nostra identità risiede proprio nella capacità di evitare la scelta più confortevole.
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La nostra libertà e la nostra identità risiede nella capacità di evitare la scelta più confortevole.
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Aziende come Amazon o Google, fondano gran parte del loro successo proprio su questo: renderci la vita talmente comoda che non possiamo più fare a meno di loro. E così finiamo per omologarci e scegliere quello che loro ci suggeriscono di scegliere e non quello che noi vogliamo scegliere. Per riprendere le parole di Žižek, la soluzione potrebbe essere proprio innamorarci del lavoro duro e paziente e della fatica, a volte scomoda, ma sicuramente più appagante, di non fare sempre ciò che è più facile.
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META-NEWSLETTER
Cose interessanti che ho trovato in altre newsletter.
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TOP LINK: Il link più cliccato della settimana scorsa è stato Rosita. Dai! È vero che aiuta a vivere più a lungo, però è un'app con un target 60+! [Link] Meglio il secondo link più cliccato Microns, una raccolta di micro startup in vendita. [Link]
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- Una raccolta di template (che puoi anche aggiungere a Gmail) per dire no (cosa fondamentale e che facciamo troppe poche volte). [Link]
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- Fai volare le tue sneakers (per soli 249 dollari!). [Link]
- 100 modi di hackerare la nostra felicità. [Link]
- Burgernomics e l’evoluzione del BigMac Index. [Link]
- Una mappa dei movimenti dei cargo in tutto il mondo. [Link]
- La guida agli stipendi 2022 di Crebs, un documento trovato sulla newsletter LetMeTellIt che offre diversi spunti su come sta cambiando il mondo del lavoro in Italia. Utile anche per capire se lo stipendio che ricevi è adeguato allo standard di mercato. [Link]
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Muro filosofico #30: “I write because nobody listen” una frase che ho trovato su un muro a Milano e che mi ha fatto pensare a quante persone scrivono. Dall’invenzione della scrittura nel 3200 a.C. fino all’avvento di Internet nel 1990 si contano all’incirca 300 milioni di autori. Dal 1990 ad oggi gli autori sono diventati quasi cinque miliardi. Cinque miliardi di persone che regolarmente producono contenuto scritto tanto online quanto offline.
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Dall’inizio dell’anno (ovvero in meno di due mesi) sono già stati condivisi quasi 35 miliardi di tweet, scritti 400 milioni di articoli e pubblicati più di 300.000 libri. Solo in Italia ogni anno vengono stampati 34.000 libri (nonostante uno sconfortante reso delle librerie di 24 milioni di libri).
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Di fronte a questi dati vedo due scenari. Uno positivo e uno negativo.
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Quello positivo è che dalla quantità nasca qualità. Delle quasi cinque miliardi di persone che scrivono, spero che nasceranno migliaia di nuovi autori o pensatori capaci di interpretare la società e ispirarla con le loro parole.
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Quello negativo invece è che dalla quantità nasca mediocrità. Questa abbondanza di materiale scritto porterà ad un appiattimento dei contenuti che saranno tra loro sempre più uguali e punteranno unicamente ad attirare Like e condivisioni.
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Sono Jacopo Perfetti, creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.
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Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.
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Sono co-fondatore di Oblique.AI, agenzia di Intelligenza Artificiale applicata ai dati e alla creatività.
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