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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

«Se non sai cosa vuoi, finirai per avere grandi quantità di ciò che non vuoi.»

- Chuck Palahniuk

Buongiorno,

questa è la undicesima edizione di Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Fire Movement mentre settimana prossima parleremo di Do It Yourself Innovation.

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Buona lettura, Jacopo

2021_09_17_Fire_Movement
Kevin è un ragazzo di 28 anni che vive a San Francisco e lavora come programmatore per una grande azienda di cloud computing. Con il suo stipendio di 165.000 dollari all’anno potrebbe condurre una vita più che dignitosa in una delle città più costose d’America. Tuttavia, Kevin, vive al limite della povertà. Dorme su un materassino gonfiabile da campeggio in una camera condivisa all’interno di una casa con cinque camere da letto. Mangia solo fagioli e riso, ha un budget settimanale di massimo 20 dollari per le attività sociali e tiene traccia di ogni spesa che fa in un meticoloso Excel.

Grazie a questo stile di vita, in quattro anni Kevin è riuscito a risparmiare circa 380.000 dollari. Ancora quattro anni di stenti e rinunce e avrà raggiunto il suo obiettivo, mettere da parte 800.000 dollari, ritirarsi in una città più economica come Minneapolis e fare solo quello che gli piace fare: suonare il violoncello, fare il volontario e programmare pro bono per le organizzazioni non profit.

Parto da questa storia per parlarti di una corrente che si sta diffondendo in tutto il mondo, il FIRE Movement, uno stile di vita il cui obiettivo è l'indipendenza finanziaria e la pensione anticipata. Un fenomeno che s'intreccia con altri trend come la “YOLO Economy” (alcuni lavoratori stanno lasciando i lavori stabili in cerca di avventure post-pandemiche) o, la più storica, “GIG Economy” (l’economia del “lavoretto”, massima espressione della precarietà lavorativa dei nostri tempi) o ancora il neonato “Tang ping”, un movimento nel quale si riconosce quella parte della gioventù cinese che si sente schiacciata da una società sempre più competitiva, dove contano solo la carriera e il potere d’acquisto.

FIRE Movement: Acronimo per “Financial Independence Retire Early” indica uno stile di vita volto all’indipendenza finanziaria e alla pensione anticipata.

Il concetto di pensionamento anticipato non è nuovo. Esiste dagli anni Cinquanta ed è stato rilanciato con il boom tecnologico degli anni Novanta. Negli ultimi dieci anni, però il FIRE Movement si sta diffondendo in tutto il mondo grazie anche a blog e guide, più o meno accreditate, che spiegano come ritirarsi a trent’anni.

Uno dei punti chiave del FIRE Movement è la regola del 4% secondo la quale, con un portafoglio di investimenti bilanciato, una persona può vivere ritirando ogni anno il 4% del valore iniziale con una bassa probabilità di rimanere senza soldi. Nel caso di uno dei guru del FIRE Movement, Mr. Money Mustache, il suo portafoglio era di 600.000 € e il suo fabbisogno annuo per una famiglia di tre persone è pari a 24.000 dollari. Il conteggio quindi è semplice e si divide in due parti:

01 / Prima dobbiamo calcolare il nostro fabbisogno economico (FI, Financial Independence) dividendo le spese annuali per il tasso di risparmio:

Spese annuali / Tasso di risparmio = FI
Nell’esempio di Mr. Money Mustache è: 24.000 / 0.04 = 600.000 dollari

02 / Poi dobbiamo calcolare quanto tempo ci mettiamo a raggiungere il nostro FI.

(FI - Quanto abbiamo già risparmiato)/Quanto possiamo risparmiare ogni anno = Tempo

Ipotizzando di avere già risparmi per 100.000 dollari e di riuscire a risparmiare 20.000 dollari all’anno avremo: (600.000-100.000)/20.000 = 25 anni.

Indipendentemente dalla sua concreta fattibilità, fenomeni come il FIRE Movement ci spingono a riflettere sulla nostra vita lavorativa e, più in generale, sul peso che diamo ai soldi. Spesso la chiave per una vita bilanciata sta infatti nella nostra capacità di capire quando, o quanto, è abbastanza.

Nel saggio “Perché Marx aveva ragione Terry Eagleton scrive che gli uomini moderni (ovvero noi) sono circondati da una ricchezza inimmaginabile per le popolazioni di cacciatori e raccoglitori del passato, per gli schiavi dell’antichità o per i servi feudali, tuttavia finiscono con l’affrontare una vita lavorativa molto più dura e lunga rispetto a quella che potevano avere i loro predecessori. Ed è vero, oggi godiamo di un’abbondanza senza precedenti e disponiamo di una tecnologia che ci permetterebbe di fare molto di più in molto meno tempo. Tuttavia lavoriamo sempre di più e il tempo sembra non essere mai abbastanza.

Secondo l’economista Robert Skidelsky il problema è la nostra insaziabilità. È vero, siamo diventati più ricchi, ma abbiamo perso il nostro purpose, ovvero ciò che dà senso alla nostra esistenza. Perché lavoriamo? Per guadagnare soldi? E per cosa ci servono questi soldi? Non fraintendermi, i soldi sono importanti. Sono l’ossigeno per le nostre azioni. Ma esattamente come non viviamo per respirare ma respiriamo per vivere, allo stesso modo dovremmo guadagnare per fare qualcosa e non fare qualcosa (di tutto) per guadagnare. I soldi sono uno strumento e, in quanto tale, vengono dopo il bisogno, o dopo il desiderio. Non prima.

Quando stiamo cercando un nuovo lavoro, la domanda che dovremmo farci non è quale lavoro vogliamo fare, o quanto vogliamo guadagnare, ma quale stile di vita vogliamo avere. Qual è il nostro purpose. E trovare (o inventarci) un lavoro che ci permetta di raggiungerlo. Talvolta confondiamo il fine con il mezzo e questo può generare in noi stress, ansia e frustrazione. Passiamo le giornate a fare cose che non ci piacciono e, come se non bastasse, non riusciamo a mettere da parte nulla. Ci lasciamo trascinare dal vortice della quotidianità. C’è un termine che ricorre spesso in filosofia fin dai tempi dei presocratici: eudemonìa, che potremmo tradurre letteralmente come “essere guidati da uno spirito buono” da cui l’idea di felicità come scopo fondamentale della vita. La ricerca della felicità o del benessere potrebbe essere un buon punto di partenza per cercare il nostro purpose. Domandarsi prima: cosa ci fa stare bene? o cosa ci fa sentire vivi o realizzati? Poi di quanti soldi abbiamo bisogno per vivere, e infine chiedersi quale lavoro ci permette di avere il contesto e la serenità economica per ciò che ci fa stare bene.

Concludo con due link utili. Su questa pagina puoi fare un test per trovare il tuo purpose. Mentre questo sito permette di calcolare a che età possiamo andare in pensione. Buon lavoro!

AVVISTAMENTI

Cose interessanti che ho trovato online e offline.

  • Una guida gratuita all’email marketing. [Link]
  • Una app per darsi buone abitudini e condividerle con gli amici (così da sfruttare la social pressure). [Link]
  • Una newsletter, curata da Eric Barker, con risposte basate sulla scienza e approfondimenti su come essere fantastici nella vita. [Link]
  • Imparare il linguaggio dei segni grazie al Machine Learning. [Link]
  • Supertunnel. [Link]
  • I vincitori del 2021 Annual iPhone Photography Awards. [Link]
  • Nel mio romanzo T.E.R.R.A. immagino un presente alternativo dove esistono occhiali interattivi che permettono di scattare foto e registrare video. Ci aveva provato Google con Google Glasses, Snap con Spectacles e ora ci provano anche EssilorLuxottica e Facebook. [Link]
  • Un tool per creare Mashup Video-musicali. Come “Dreams Nation Army” ovvero “Seven Nation Army” + “Sweet Dreams (Are Made Of This)”. [Link]
2021_09_15_Fate-L-Amore-Non-Le-Scritte-Sui-Muri
Muro filosofico #11: “Fate l’amore non le scritte sui muri” una frase che ho trovato su un palazzo a Milano e che mi ha ricordato uno dei tanti paradossi della nostra epoca: siamo circondati dal sesso eppure le persone fanno sempre meno sesso.

Da una parte, il sesso è sempre più presente nei film o nelle serie, lo troviamo nelle pubblicità che vediamo e nei libri che leggiamo. La rivoluzione sessuale del '68 ha sdoganato il sesso e lo ha portato sulla bocca di tutti. Su internet è pieno di siti dove con un clic possiamo vedere tonnellate di materiale pornografico. Le canzoni che ascoltiamo sono infarcite di riferimenti al sesso. App come Tinder permettono di trovare partner con cui fare sesso in pochi secondi. E abbiamo pure a disposizione preservativi tecnologici che ci permettono di calcolare le calorie bruciate in ogni sessione di sesso (si chiamano i.Con).

Dall’altra parte, giovani e meno giovani fanno sempre meno sesso. “Perché i giovani fanno così poco sesso?” si domanda la rivista The Atlantic. “I Millenials e il rebus delle relazioni. Sempre meno sesso sotto i 30 anni” scrive il Corriere della Sera. Ed effettivamente questo sembra essere il trend. Tra il 1989 e il 2018 le persone tra i 18 e 30 anni che dichiarano di non aver avuto rapporti sessuali nell’ultimo anno sono passate dal 14% al 28% per gli uomini e dal 12% al 18% per le donne. Una tendenza che non riguarda solo i giovani. Una ricerca pubblicata dal The Telegraph nel 2017 infatti riporta che gli adulti fanno sesso meno di quanto facevano vent’anni fa (dalle nove alle sedici volte in meno).

Trovi altri muri filosofici qui.

Jacopo_Perfetti_Festival_Letteratura_Mantova
Sono Jacopo Perfetti, di giorno lancio (e aiuto a lanciare) progetti imprenditoriali e insegno imprenditoria e innovazione dei modelli di business.

Di notte scrivo. Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.

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