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CORRENTE
A cura di Jacopo Perfetti.
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questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Post-consumismo con l'ultima Corrente prima di Natale, la newsletter ripartirà il 30 Dicembre.
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Per farti gli auguri di Natale in Oblique abbiamo sviluppato una web-app in grado di scrivere storie natalizie mixando cose e personaggi a caso (da Chuck Norris a Andy Warhol), l'abbiamo chiamata... MERRY XMIX
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🎅 L'immagine di copertina di oggi è un tentativo di unire la Corrente (Post-Consumismo) e il Natale: ho chiesto a DALL-E di creare un ritratto fotografico di Marx vestito da Babbo Natale e ovviamente lo ha ritratto piuttosto indispettito...
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Buona lettura (e buon Natale),
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Corrente #58: Post-consumismo.
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(n.) Insieme di teorie e pratiche volte alla creazione di un’economia più sostenibile tanto per le persone quanto per il pianeta che si contrappone all’imperativo della della crescita infinita proponendo un modello economico che non si basa necessariamente sull’addizione quantitativa (produco e consumo una quantità maggiori di beni di bassa qualità) ma sulla sottrazione qualitativa (producono e consumo un numero inferiore di beni ma di migliore qualità).
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Il Post-consumismo si inserisce dunque in un alveo più ampio di potenziale Post-Capitalismo che sfocia talvolta in un ancor più radicale Anti-Capitalismo. Già nel 2015, l’economista Paul Mason scriveva nel suo saggio “PostCapitalism: A Guide to Our Future” che «il capitalismo è un sistema complesso e adattivo che ha ormai raggiunto i limiti della sua capacità di adattamento.» Dello stesso parere è Tim Jackson che in “Post Growth: Life after Capitalism” sostiene che il capitalismo sia arrivato al capolinea a causa dell’incessante ricerca della massimizzazione del profitto che ha portato alla catastrofe climatica, alla disuguaglianza sociale e all'instabilità finanziaria, lasciandoci incapaci di affrontare una pandemia globale.
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Oggi, nell’epoca dell’abbondanza, abbiamo smesso di chiederci il senso di ciò che consumiamo. Lo consumiamo e basta. Ma è sufficiente un piccolo cortocircuito del sistema per renderci conto che spesso cerchiamo disperatamente di fare soldi per poterci permettere uno standard di vita di cui in realtà non abbiamo alcun bisogno.
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Non stupisce quindi che negli Stati Uniti si parla sempre più spesso di “Millennials Socialism” per indicare la tendenza, soprattutto nei giovani di avvicinarsi a tematiche più sociali che economiche. Se nel 2019 infatti, il 58% degli americani di età compresa tra i 18 e i 34 anni aveva reagito positivamente alla parola capitalismo, oggi questa percentuale è scesa al 49%. D’altro canto, il socialismo ha una connotazione positiva per il 60% dei neri americani, il 45% delle donne americane e il 33% dei repubblicani non bianchi. La situazione è ancora più emblematica in Inghilterra dove quasi otto giovani su 10 considerano il capitalismo come la causa principale della crisi degli alloggi e due terzi di loro vorrebbero vivere in un sistema economico socialista.
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Cose interessanti che ho trovato online e offline.
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TOP LINK: Il link più cliccato di settimana scorsa è stato: "❤️ 10 consigli per un matrimonio più duraturo e significativo." [Link]
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⌚ Come risparmiare 10 ore al mese. [Link]
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📻 Una delle tante espressioni di quel senso di nostalgia che caratterizza la nostra epoca: Tra il 2020 e il 2021, le vendite delle cassette sono quasi raddoppiate, passando da 173k a 343k e non a caso artisti come Taylor Swift, Billie Eilish e The Weekend hanno pubblicato i loro album anche su nastro. [Link]
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🌳 Una mappa mondiale e dettagliatissima (ci sono anche gli alberi dietro casa mia...) di luoghi nelle città dove trovare frutti caduti. [Link]
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🫁 Un sito per respirare profondamente. [Link]
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😎 Tom Cruise, Forever. Grazie al Deepfake. [Link]
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🌬️ Come il respiro condiziona il nostro cervello. [Link]
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✍️ Un buon motivo per continuare a scrivere (anche) a mano. [Link]
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🚘 Guida su lunghe strade infinite e virtuali. [Link]
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🪨 Lancia asteroidi dove vuoi (e guarda il loro impatto). [Link]
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Muro Filosofico.
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Muro filosofico #58: “Compra non pensare” una frase che ho trovato su un muro di Milano molti anni fa ma che ho trovato perfettamente in linea con la Corrente di oggi. Pensare è infatti il peggiore nemico del consumismo.
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Se infatti prima di fare uno dei tanti acquisti compulsivi che facciamo ogni giorno ci fermassimo a pensare, ci renderemmo conto che, per riprendere le parole dell'economista Tim Jackson, spesso spendiamo soldi che non abbiamo per cose che non ci servono al fine di fare una buona impressione su persone di cui non ci importa niente.
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