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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

«Un uomo tutto può sopportare, tranne la routinaria successione di giorni ordinari.»

- J.W.Goethe

Buongiorno,

questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Solastalgia mentre settimana prossima parleremo di The Penny Problem Gap.

Buona lettura, Jacopo


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Nel film Professione assassino, Arthur Bishop, interpretato da Jason Statham, è un sicario che vaga per gli Stati Uniti d’America alla ricerca della propria identità persa nella nostalgia per un posto in cui non è mai stato. Una nostalgia non per qualcosa che ha vissuto o conosciuto, ma per qualcosa che sente di non aver mai vissuto e che in fondo vorrebbe vivere. Come la madeleine di Proust, Arthur Bishop è qui nello spazio ma questo non è il suo tempo. La sua vita è una continua ricerca di qualcosa che sente di aver perso, anche se non sa cosa sia.

Oggi questa nostalgia per un posto in cui non siamo mai stati è un sentimento sempre più comune, soprattutto nelle nuove generazioni che faticano a trovare una propria dimensione all’interno del loro ambiente di riferimento.

Come il filosofo di Platone, condannato a vivere senza una casa propria (Platone usa il termine “αοἶκος”, cioè senza-dimora) o come lo Zarathustra di Nietzsche che è dovunque e, contemporaneamente, in nessun luogo, oggi molti giovani si trovano ad affrontare un costante senso di spaesamento dovuto non solo alla mancanza dei grandi valori di una volta (politica, religione, famiglia, lavoro, amicizia…) ma anche al continuo cambiamento dell’ambiente che li circonda.

Ansia per il futuro. Nostalgia per il passato. E in mezzo ci siamo noi, con il nostro presente sempre più precario e i nostri valori sempre più fragili.

Ansia per il futuro. Nostalgia per il passato. E in mezzo ci siamo noi, con il nostro presente sempre più precario e i nostri valori sempre più fragili.

All’interno di questo contesto si inserisce il fenomeno della Solastalgia, un neologismo nato dall’unione della parola latina “solacium” (conforto) e di quella greca “algia” (dolore), che indica lo stato di disagio derivante dal cambiamento ambientale del luogo in cui si vive.

Una sorta di nostalgia di casa che proviamo quando ci rendiamo conto che il nostro ambiente sta cambiando molto velocemente e in una direzione diversa da quella in cui vorremmo andasse. Il ché ci suscita irrequietezza e depressione: ci sentiamo senza una casa, anche quando siamo a casa.

La Solastalgia può quindi tradursi in patologie, tipiche della nostra epoca, come la psicopandemia, l’aumento dell’ansia o, più nello specifico, l’eco-ansia, ovvero l’ansia che il futuro del pianeta (e quindi anche il nostro) sia stato irrimediabilmente compromesso da mezzo secolo di consumismo sfrenato.

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Cose interessanti che ho trovato in altre newsletter.

toplink

TOP LINK: Il link più cliccato di settimana scorsa è stato “Movie Of The Night”, uno strumento per trovare il film giusto da guardare in streaming. E questo evidenzia un grande trend (nonché grande bisogno di mercato) tipico della nostra epoca: di fronte a un’offerta sempre più ampia abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino a scegliere. [Link]

  • Qualche consiglio su come smetterla di ossessionarci per un errore sul lavoro. [Link]
  • L’uomo che ha lavorato 84 anni nella stessa azienda (e ha vinto un Guinness Record). [Link]
  • Instructables è una community di persone che amano creare cose. Esplora, condividi e realizza il tuo prossimo progetto. [Link]
  • Un glossario con i principali termini del mondo della sostenibilità. [Link]
  • Quando siamo dei Content Creator per chi stiamo creando i nostri contenuti? Per noi? Per il nostro pubblico? Per il piacere di creare contenuti? No… il più delle volto stiamo creando contenuti per soddisfare qualche algoritmo. [Link]
  • La storia dei contenuti virali. Pre e Post Internet. [Link]
  • Le leggi della semplicità. [Link]
  • Le modifiche di Wikipedia in musica. [Link]
  • Le 100 aziende più influenti secondo il TIME. [Link]
  • Un'idea interessante: il brainstorming delle pessime idee. [Link]
2022_05_11_Sbloccami
Muro filosofico #40: “Sbloccami” una frase che ho trovato a Lucca vicino alla stazione. Non so quando sia stata scritta. Se prima o dopo la Pandemia. Tuttavia la trovo molto attuale.

Oggi è facile sentirsi bloccati, incastrati in una vita diversa da quella che abbiamo sempre vissuto. E “Sbloccami” può essere un imperativo o una supplica piuttosto diffusa. È normale. A tutti può capitare di sentirsi così. Di non sapere cosa fare o dove andare.
Tuttavia il modo migliore per sbloccarsi è bloccarsi. Fermarsi. Prendersi del tempo per sé. Provare a vedere la nostra vita da un altro punto di vista.

Pensiamo all’attore statunitense Bill Murray. Nel 1984 era all’apice del successo. Nello stesso anno erano usciti due film che lo vedevano protagonista: “Ghostbusters” che diventerà la commedia con gli incassi più alti di tutti i tempi, e “Il filo del rasoio”, un film fortemente voluto da Murray, che però si rivelerà un clamoroso flop.

Di fronte a questo insuccesso, Murray conosce la prima grande battuta d’arresto della sua carriera. Si sente bloccato e spaesato. Così decide di prendersi una pausa dal mondo dello spettacolo, si trasferisce a Parigi, dove studia Storia e Filosofia alla Sorbona, e per quattro anni declina ogni proposta di lavoro. Fino a quando non si sente pronto per il grande ritorno nel 1989 con “S.O.S. fantasmi” e poi nel 1993 con il successo di “Ricomincio da capo”.

Trovi altri muri filosofici qui.

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Jacopo_Perfetti_Festival_Letteratura_Mantova
Sono Jacopo Perfetti creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.

Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.
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Il mio ultimo progetto imprenditoriale è Oblique.AI, una software house e agenzia creativa basata su intelligenza artificiale.


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