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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

«Il curioso paradosso è che quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare.»

- Carl Rogers

Buongiorno,

questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Ansia da condivisione mentre settimana prossima parleremo di Autofiction.

Buona lettura, Jacopo


PS: Il 3 Maggio inizierà la newsletter di Oblique.Ai, dove ogni settimana potrai leggere un approfondimento su come l'Intelligenza Artificiale può essere applicata a un settore differente con riflessioni (in parte scritte da noi e in parte scritte dal nostro software) e casi di studio. È gratuita e ti puoi iscrivere qui.
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Penso che i due oggetti più iconici di questo inizio di secolo saranno la mascherina e lo smartphone. Il che è interessante perché mascherina e smartphone sono due oggetti per certi versi opposti ma complementari. La mascherina serve per tenerci lontani quando siamo vicini. Lo smartphone invece serve per tenerci vicini quando siamo lontani. Entrambi però nascono anche da una delle tante forme di ansia che caratterizzano la nostra epoca: l’ansia da condivisione.

Da una parte abbiamo l’ansia di condividere il prima possibile sui Social Media tutto quello che facciamo, come se il non condividere un’esperienza ne intaccasse il senso (perché farlo se non posso condividerlo?)

Dall’altra, da quando è scoppiata la Pandemia, la condivisione fisica, stare in mezzo ad altre persone, abbracciarsi e parlare a pochi centimetri di distanza può generare ansia (oddio avrò preso il COVID?).

Mascherina e smartphone sono due oggetti per certi versi opposti ma complementari. La mascherina serve per tenerci lontani quando siamo vicini. Lo smartphone invece serve per tenerci vicini quando siamo lontani.

Questa doppia forma di ansia genera poi altri fenomeni, apparentemente agli opposti, tipici della nostra epoca: da un punto di vista virtuale, ci sono persone che condividono ossessivamente tutto quello che fanno o pensano online, da un punto di vista fisico invece, ci sono (sempre più ahimè) persone che evitano qualsiasi forma di relazione fisica, fino all’estremo isolamento come nel caso degli Hikikomori.

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Cose interessanti che ho trovato in altre newsletter.

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2022_04_20_Occupee-a-ne-rien-faire
Muro filosofico #37: “Occupée à ne rien faire”, “Occupato a non fare nulla” una frase che ho trovato su un muro a Parigi qualche giorno fa proprio mentre vagavo occupato a non fare nulla.

La frase mi ha fatto pensare a come siamo sempre più occupati a fare qualcosa e quanto sempre meno siamo occupati a non fare nulla. Le nostre giornate sono scandite da To-Do-List, impegni, call e ogni nostro momento vuoto è riempito da notifiche o scroll infiniti sul nostro smartphone.

Un tempo era più facile non fare nulla. Anche solo per caso. Magari eravamo alla fermata della metropolitana o stavamo aspettando qualcuno e anche volendo non avevamo nulla da fare. E così pensavamo. O anche solo lasciavamo vagare la nostra mente senza particolari obiettivi.

Oggi questo non accade più. Con uno smartphone in tasca abbiamo sempre qualcosa da fare. Non fare nulla ci sembra quasi uno spreco. Ci sentiamo in colpa. E così la nostra mente si sovraccarica di stimoli, messaggi e notizie.

Forse ha ragione chi ha scritto il muro filosofico di oggi: dovremmo calendarizzare del tempo per essere occupati a non fare nulla.

Trovi altri muri filosofici qui.

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Jacopo_Perfetti_Festival_Letteratura_Mantova
Sono Jacopo Perfetti creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.

Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.
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Il mio ultimo progetto imprenditoriale è Oblique.AI, una software house e agenzia creativa basata su intelligenza artificiale.


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