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CORRENTE

A cura di Jacopo Perfetti.

«I Millenials sono la generazione più sfortunata nella storia degli USA.»

- Andrew Van Dam (leggi di più qui)

Buongiorno,

questa è Corrente, una newsletter sui fenomeni dell’epoca corrente, oggi parliamo di Combinatorial creativity mentre settimana prossima parleremo di Self-driving companies.

Buona lettura, Jacopo
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Un giorno Picasso è seduto su una panchina in un parco. Sta disegnando, quando passa una signora che lo riconosce e lo prega di farle un ritratto. Lui è di buon umore e accetta. Qualche minuto dopo, il ritratto è pronto. La signora è estasiata e chiede quanto gli deve. «5.000 dollari», risponde Picasso. Al che, la signora, indignata, chiede come sia possibile che costi così tanto visto che ci ha messo solo cinque minuti a farlo. Picasso alza lo sguardo e, impassibile, risponde: «No, signora, ci ho messo tutta la vita»

Questa storia viene raccontata da Maria Popova sul suo blog “The Marginalian” per introdurre un concetto molto attuale: la Combinatorial creativity, secondo la quale la creatività non deriva dall’iper-specializzazione ma è un atto combinatorio che prevede la combinazione di influenze e competenze derivanti da esperienze e settori anche molto diversi tra loro.

La curiosità è il punto di partenza della creatività e la chiave per stimolare la curiosità è interessarsi ad argomenti che non c’entrano nulla con il nostro lavoro.

Secondo questa teoria nulla è completamente originale e qualsiasi idea di basa su esperienze e ispirazioni che abbiamo accumulato nel tempo e che la nostra mente ricombina in maniera sempre differenti. Un po’ come costruire un palazzo con i mattoncini LEGO. Più mattoncini abbiamo e più variegati sono più il nostro palazzo sarà originale e interessante. Se invece abbiamo mattoncini di un solo colore e una sola forma saremo limitati anche se rimaniamo all’interno della nostra area di competenza.

La curiosità è dunque il punto di partenza della creatività e la chiave per stimolare la curiosità è interessarsi ad argomenti che non c’entrano nulla con il nostro lavoro. Se lavoriamo nel mondo della finanza potremmo seguire un corso di pittura. Se invece siamo artisti, potremmo studiare finanza. Uno dei principali investitori e imprenditori della Silicon Valley, Paul Graham, è anche un appassionato di cultura e pittura che ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ed è stata proprio questa esperienza che gli ha permesso di sviluppare l’apertura mentale per vedere il potenziale nelle startup in cui ha investito.

META-NEWSLETTER

Cose interessanti che ho trovato in altre newsletter.

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TOP LINK: Il link più cliccato di settimana scorso è stata una raccolta di cose belle a caso che è molto Internet anni 90 ma ci sta... [Link] Il secondo link (di pochi click…) è stato invece “Pubes for the planet”. Devo essere onesto, in principio non volevo inserirlo tra le segnalazioni. Ma poi la cura, l’originalità e lo humor del progetto mi hanno così colpito che ho deciso di proportelo. Anche perché è uno di quei progetti che fa pensare a quante risorse, potenzialmente ancora utilizzabili, buttiamo via ogni giorno. “Pubes for the planet” parla di peli e capelli, ma pensiamo al cibo che buttiamo, ai computer o gli smartphone che dismettiamo, o alle auto che rottamiamo. [Link]

  • Qualche grafico e un po’ di dati sul perché i Millenials (chi - come me - è nato tra il 1981 e il 1996) sono la generazione più sfortunata nella storia degli Stati Uniti. [Link]
  • Tuttavia, il 57% dei Millennials ha detto di essere molto felice al lavoro, il che li rende la generazione più felice di tutte. [Link]
  • Film incredibili da vedere (ho ritrovato il link!). [Link]
  • I lavori nel web3: 750.000 dollari (300 in stipendio e 450 in tokens) l’anno per un ingegnere. [Link]
  • Buone abitudini da 5 minuti (a caso). [Link]
  • Il colossale declino degli Oscar (nonostante lo schiaffo di Will Smith). [Link]
  • Esercizi per tutto il corpo, spiegati in modo semplice. [Link]
  • Dal video di bambini di tre anni che cucinano pesce a come cuocere una gigantesca torta di vaniglia, AroundME è un canale YouTube che ha raccolto milioni di follower mostrando come si cucina (e si vive) nei più remoti villaggi del Bangladesh. [Link]
  • Un articolo sull’importanza di fermarsi a pensare e sui rischi della over-semplificazione. [Link]
  • In questo sito metti la tua data di nascita e ricevi una montagna di dati per farti sentire… veramente vecchio. [Link]
2022_03_30_La-Creativita-Non-Si-Organizza_web
Muro filosofico #35: “La creatività non si organizza”, una scritta che ho trovato su un muro a Milano e che mi ha ricordato quando, diversi anni fa, sono stato a una mostra di Dalì e sul muro ho letto una frase che non ho poi ritrovato da nessun’altra parte. Diceva più o meno così: “Ho infranto il muro dell’arte con disciplina da militare”.

Nella mia vita ho lavorato con molti artisti e creativi e mi ritrovo molto nella frase di Dalì. Più il lavoro che facciamo è indisciplinato, più serve disciplina per portarlo a termine. Serve auto-controllo, costanza e determinazione. Altrimenti si finisce vittima della propria creatività.

Quindi no, la creatività a un certo punto si deve organizzare, altrimenti non riusciamo a dargli forma.

Un buon metodo potrebbe essere quello che ho trovato leggendo questo articolo pubblicato su FastCompany secondo il quale le persone più creative al mondo hanno un tratto in comune: uniscono l’esplorazione (Exploration) allo sfruttamento (Exploitation). Nell’articolo viene citato il processo creativo di artisti come Jackson Pollock e per “Exploration”, si intende provare cose nuove, sperimentare diversi stili di pittura o di generi, mentre per “Exploitation” si intende un momento di intensa concentrazione in cui gli artisti non hanno fatto altro che organizzare la loro arte e sviluppare le loro competenze.

È un concetto interessante che sottolinea un aspetto spesso trascurato della creatività, ovvero la fatica di mantenere una mente molto aperta per cercare continuamente nuove ispirazioni (“Exploration”) e poi la fatica di mantenere una mente focalizzata (“Exploitation”) per tradurre le ispirazioni in opere.

Trovi altri muri filosofici qui.

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Jacopo_Perfetti_Festival_Letteratura_Mantova
Sono Jacopo Perfetti, creo robot in grado di scrivere e scrivo cose che i robot non sanno (ancora) scrivere.

Il mio ultimo libro, nonché primo romanzo, è T.E.R.R.A.

Sono co-fondatore di Oblique.AI, agenzia di Intelligenza Artificiale applicata ai dati e alla creatività.

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