Digiunare fa bene. O almeno così mi hanno detto. E mi hanno anche detto che ci sono due modi di digiunare. Digiunare per uno o due giorni a settimana. Oppure optare per il Time-Restricted-Feeding (TRF), ovvero il consumo di tutte le calorie giornaliere in una finestra temporale ristretta (10 ore) con un conseguente periodo di digiuno di 14 ore.
È una buona abitudine. Tanto per l’alimentazione quanto per il lavoro. Per vivere dobbiamo lavorare, esattamente come per vivere dobbiamo mangiare. Ma così come mangiare troppo fa male, anche lavorare troppo fa male. Possiamo quindi optare per un digiuno settimanale. Lavorare 5 giorni a settimana e riposarci due (la classica settimana lavorativa da 5 giorni). Oppure lavorare tutti i giorni ma lavorare ogni giorno meno.
Un buon esempio è quello della tribù nomade Ju/’hoansi, che vive tra Namibia e Botswana e che è solita dedicare circa 17 ore a settimana, senza dei giorni di lavoro fissi, alle attività necessarie per la sopravvivenza, mentre per il resto del tempo oziano.
Lo stesso modello potrebbe essere applicato a qualsiasi lavoro. Si alloca un tempo prestabilito per l’esecuzione delle mansioni da svolgere e un obiettivo temporale. Per il resto ognuno si organizza il tempo come meglio crede.