Un film: Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera.

Il mio film preferito di Kim Ki-duk è “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera”. Nel film, un anziano monaco vive in un eremo galleggiante al centro di un lago. L’eremo non ha pareti interne, le stanze sono tra loro comunicanti, però tra uno spazio e l’altro ci sono delle porte, che il monaco apre e chiude ogni volta che entra in una stanza. Potrebbe passargli accanto ma, invece, ogni volta che passa da un luogo all’altro utilizza la porta. La trovo un’immagine stupenda. Oggi viviamo nell’era del multitasking, del caos e della velocità, ed è importante avere una mente completamente aperta senza muri dove i pensieri possano scorrere liberi tra loro e generare nuove connessioni e nuove idee. Ma proprio per questo, mai come oggi è altrettanto fondamentale che tra un pensiero e l’altro ci siano delle porte che sanciscano la fine di un lavoro e l’inizio di uno nuovo. Quindi, io faccio così. Ogni volta che finisco un lavoro, chiudo tutte le cartelle che ho aperte, riordino il desktop e la scrivania, tiro una riga sulla mia ToDo List, mi prendo una pausa di qualche minuto e poi passo al lavoro successivo.